Fuga dal lavoro: le grandi dimissioni alla ricerca di un piano B

Il rapporto tra gli individui e il lavoro sta cambiando profondamente: me ne ero già occupato qualche mese fa su queste pagine. Un’onda crescente di lavoratori, provenienti da settori diversi e con motivazioni variegate, ha deciso, a partire dai mesi immediatamente successivi alla pandemia, di abbandonare il proprio impiego, per andare alla ricerca di una nuova identità e di uno spazio personale in cui ritrovare sé stessi. Per qualcuno è stato il risultato di un lento e doloroso processo di presa di coscienza, per altri una necessità improvvisa di cambiare vita, magari affidandosi a un piano B, con minori certezze ma in cui sentirsi liberi.

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Il Premio Strega al giro di boa

Con la proclamazione del vincitore del Premio Strega Giovani – che oltre mille studenti delle scuole secondarie superiori hanno individuato in L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi) – e con la selezione della cinquina dei finalisti, la LXXVIII edizione del Premio Strega è arrivata al giro di boa. Oltre a Di Pietrantonio, entrano in cinquina anche Dario Voltolini con Invernale (La Nave di Teseo), Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli) e Raffaella Romagnolo con Aggiustare il mondo (Mondadori), Con loro prosegue la corsa anche Tommaso Gartosio con Autobiogrammativa (Minimum fax, che si aggiudica il posto riservato ai piccoli editori indipendenti). Tra un mese conosceremo il nome del vincitore, che sarà premiato la sera del 4 luglio a Villa Giulia.

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C’è speranza se questo accade a… Teramo

Nel 1963 Mario Lodi, uno dei più straordinari protagonisti di una stagione di grande rinnovamento della scuola italiana, pubblicò C’è speranza se questo accade al Vho, diario della sua decennale esperienza di maestro elementare a Vho, frazione di Piadena Drizzona in provincia di Cremona. È un’esperienza di cambiamento profondo, in un territorio molto difficile, un’esperienza impostata all’insegna della condivisione: Mario Lodi fu, infatti, tra i fondatori del Movimento di cooperazione educativa. Tutti i tentativi di trasformazione, se non vogliono fermarsi in superficie e non vogliono essere effimeri, hanno bisogno di buone pratiche, alle quali ispirarsi e da cui trarre coraggio e forza per consolidarsi, creare l’emulazione e mettere radici. Forse è per questo motivo che il libro di Lodi ha avuto grande successo, è stato più volte ristampato, è diventato una bandiera per chi crede che occuparsi dei bambini e migliorare la scuola vuol dire avere a cuore il futuro di tutti.

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