Il Salone di Torino e i viaggi di un libraio

Si è conclusa ieri la XXXV edizione del Salone del libro di Torino, battendo ancora una volta tutti i record precedenti, a partire da quello dei visitatori, ben 215.000. È stata una straordinaria occasione per vedere tanti libri, ascoltare gli autori, discutere su tutti i temi della contemporaneità. Al di là di qualche polemica, credo che si debba tributare un sentito ringraziamento a Nicola Lagioia per il suo lavoro di questi sette anni e augurarsi che il Salone continui a crescere sotto la direzione di Annalena Benini, che dal prossimo anno prenderà il suo posto.

Quando si parla di libri il pensiero non può non andare anche alle librerie, insostituibili presidi culturali nelle città grandi e piccole, che favoriscono l’incontro tra i cittadini e la produzione editoriale. Al Salone si è discusso anche di questo: di come ai lettori piaccia l’atmosfera delle librerie e di quanto essi amino il rapporto con i librai. Sono stati forniti anche alcuni dati, che confermano che le librerie restano il primo canale di vendita (53,8% del mercato), mentre il commercio elettronico segna il passo (41,5%). Questi segnali incoraggianti sono testimoniati anche dall’apertura di nuove librerie, non solo nelle regioni dove si legge di più, ma anche in quelle meridionali, dove gli indici di lettura sono più bassi.

Ma voglio aggiungere qui qualche parola su un libraio molto particolare, Rocco Pinto, di origine lucana e titolare della libreria “Il Ponte sulla Dora” a Torino, grande animatore culturale e catalizzatore di energie, capace di mobilitare chiunque creda nella promozione della lettura e di lanciarsi generosamente in progetti apparentemente irrealizzabili, ma che pure riesce a portare a compimento. Rocco Pinto è infatti tra i fondatori dell’associazione Forum del libro, è l’inventore di “Torino che legge”, di “Parlibro”, il festival che si tiene ogni estate a Prali in Val Germanasca, e di “Portici di carta”, la grande fiera che ogni anno riempie di libri chilometri di portici del capoluogo piemontese. E ho sicuramente dimenticato qualche altra sua iniziativa di successo. Al Salone è stato presentato il suo romanzo Viaggi di carta, pubblicato da E/O. Nel libro si narrano le vicende di Andrea, giovane bibliotecario che viene licenziato perché invece di distribuire libri agli utenti si attardava a leggerli. Il protagonista, in cui si riconoscono tante somiglianze con l’autore, si trasferisce a Barcellona, dove rimane folgorato dalla festa di  Sant Jordi, durante la quale tutti i catalani si regalano un libro. Nasce così in lui la vocazione del libraio e da qui partono tante storie di librai che Andrea incontra nei suoi viaggi picareschi per l’Italia e non solo. Avventure da cui traspare la contagiosa passione di Andrea/Rocco per i libri. Una passione che questo romanzo alimenta e trasmette. Bravo, Rocco!

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