L’editoria, un principe e un generale

Si è inaugurata a Roma presso il Centro Congressi La Nuvola la ventiduesima edizione di “Più libri più liberi”, la fiera nazionale della piccola e media editoria, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE)  che resterà aperta dal 6 al 10 dicembre. Anche quest’anno la fiera, cui partecipano circa 500 espositori, presenta un calendario densissimo, con oltre 600 appuntamenti.

In un incontro tenutosi nella giornata di apertura, Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi dell’AIE, ha presentato un rapporto sullo stato dell’editoria libraria in Italia. In un mercato che nei primi undici mesi dell’anno si presenta sostanzialmente stabile, anche per effetto di un lieve incremento dei prezzi (rispetto al 2022 le vendite registrano un più 0,3% a valore e un meno 1,3% in termini di numero di copie), la piccola e media editoria occupa, anche se di poco (50,1%), la quota maggioritaria. Per quanto riguarda i canali di vendita, da segnalare la tenuta delle librerie fisiche e la ripresa delle vendite nella grande distribuzione. In leggero calo invece l’e-commerce, che dal 41,9% dello scorso anno arretra al 40,6% (ma librerie di catena e online messe insieme arrivano al 78%).

Poche novità anche per quanto riguarda i generi preferiti dai lettori: cresce un po’ la narrativa, in particolare per merito degli autori italiani; in calo, dopo la corsa degli anni precedenti, il fumetto; lieve flessione anche per l’editoria per bambini e ragazzi e per la saggistica specialistica.

Per concludere, sono da sottolineare due fenomeni apparentemente contraddittori. Da una parte, due libri hanno fatto parlare di sé più di tutti: Spare, le memorie del principe Harry d’Inghilterra, che è stato il libro più venduto del 2023, grande successo internazionale, e Il mondo al contrario del generale Vannacci, al quinto posto nella classifica generale dell’anno, che simboleggia anche dove può arrivare il self-publishing tramite il commercio elettronico. Però il fatto che anche nel 2023 non ci sia stato, come negli anni scorsi, una grande superbestseller trova conferma in un dato interessante: circa il 70% delle vendite riguarda libri pubblicati negli anni precedenti.

Un andamento incoraggiante, insomma, che premia gli editori che puntano sul catalogo e non solo sulle novità e, unito alla conferma della vitalità della piccola e media editoria, va nella direzione del pluralismo delle voci e della bibliodiversità.

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