Luci e ombre nel mercato del libro del 2022

In occasione del XL Seminario della Scuola per librai “Umberto e Elisabetta Mauri”, tenutosi a Venezia dal 24 al 27 gennaio, il Presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi ha presentato i dati prodotti dall’Ufficio Studi AIE sull’andamento del Mercato del libro italiano e europeo aggiornati alla fine del 2022. Emerge un panorama fatto di luci e ombre, che può essere così sintetizzato:

  • In un quadro internazionale che vede il continente europeo detenere una quota pari a quasi il 60% del mercato mondiale, l’editoria italiana si colloca al sesto posto al mondo e al quarto in Europa, dopo Germania, Regno Unito e Francia e prima della Spagna.
  • Il settore dell’editoria libraria si conferma con 3,4 miliardi di Euro la più importante industria culturale del Paese; aggiungendo anche la stampa periodica e quotidiana, il comparto dell’editoria arriverebbe a coprire quasi la metà della spesa del pubblico per acquisto di prodotti culturali.
  • Va detto, però, che mentre in Spagna e nei Paesi Bassi il mercato dei libri di varia è cresciuto considerevolmente nel 2022, in Italia (con un valore di 1,671 miliardi) si registra un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente; ma rispetto al 2019 gli italiani hanno comprato 13 milioni di libri in più.
  • In calo il numero dei titoli pubblicati, anche per quanto riguarda gli e-book; sul fronte delle vendite, nei gusti del pubblico cresce l’interesse per fumetti, graphic novel e narrativa, in particolare straniera; in flessione l’editoria per ragazzi; crollano le vendite dei libri di saggistica, fortemente penalizzati dalla rete e dalla pirateria.
  • Altalenante e discontinuo l’andamento delle vendite nel corso dell’anno, anche per l’assenza di grandi bestseller; solo il periodo natalizio ha fatto registrare una netta tendenza al rialzo; le librerie fisiche crescono leggermente (1%), ma non abbastanza da compensare il calo delle vendite online e nella grande distribuzione; tuttavia, permane il profondo cambiamento di posizioni tra commercio elettronico e librerie fisiche determinatori a cavallo della crisi pandemica (nel 2019 le librerie online detenevano una quota di mercato del 29,6% e quelle fisiche del 64%; ora occupano rispettivamente il 42,2 e il 53,2).

Volgendo lo sguardo al futuro, Levi ha sottolineato alcuni motivi di preoccupazione: l’impatto dell’inflazione e del caro vita sulla capacità di spesa degli italiani potrebbe essere fortemente negativo; a questo si somma la crescita dei costi di produzione, in particolare per carta ed energia, che riduce drasticamente i margini e mette in crisi particolarmente gli operatori più fragili come le librerie indipendenti e i piccoli editori.

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